Day #2: Around the Big Apple 🍎
The pier close by our hotel has an amazing view of the Brooklyn bridge with its red “Welcome” sign. The area is filled with people waiting to take a ferry to Ellis Island and see the Statue of Liberty, whose picture I managed to steal through a fence from far far away. With these temperatures, queuing for anything is torture.
Nothing I’ve seen so far was as breathtaking as the 9/11 Memorial. Where once stood the Twin Towers there are now two large square basins with water falling through a whole in the center. A design so filled with meaning that’s still so hard to explain. Around the edges, the names of around 3000 of the victims are carved in metal to be remembered through the rest of time. Through the hollow letters, a few names had roses or American flags stuck in, showing that the monument is also a graveyard for people to mourne their lost loved ones.
We kept walking north and met with Chinatown. To my inexpert eye, the area looked still quite authentic, with the many Chinese restaurants and stores filling the sides of each street.
My expert eye was instead disappointed by Little Italy. Nothing authentic to see here. A million souvernir shops with just the same crap that every other souvenir shops in the city, Italian restaurants managed by people who only speak Spanish and that don’t really know the Italian cuisine that exists over the 10 things on their menus, and way too many references of both Mafia and The Godfather. There was one single store that looked like a tiny piece of Italy, with a million dusty kitchen utensiles, mokas, and tiny Virgin Mary statuines crammed in a tight store, “E.Rossi & Company”.
Now, to the bookstores. We only saw two: Housing Works Bookstore and the famous Strand. Housing Works is a volunteer-based place with a café and a clothing area on the top floor. All their books are second-hand and donated by people. I browsed around a bit, but nothing really caught my eye, as it’s always particularly overwhealming to look through used books that are not put on shelves following a particular order. Strand Books, instead, is the oldest bookstore in NYC and so huge you can find almost anything. I left with two books (even though I would have wanted to buy at least 100.)
At some point, in the 30-degree heat, it started raining. We got completely soaked. At the first chance, we walked back to the hotel to dry off and rest. When we left again, night had come and the city transformed in that beautiful New York we all know, full of a million lights. The view of Brooklyn from the pier, the Little Italy sign and the lanters in Chinatown all came alive after the sun went down.
Dinner time: after the overpriced lunch in Little Italy, we decided to try one of the famous American food chains heard on tv: Taco Bell (Apologies to all the Mexican people reading, I’m sure their Mexican food is is as authentic as Dominos pizza)
We really liked most of it, considering it was fast food. We might go back at some point to try some more. We also stopped at Dunkin’ Donuts to get dessert. Also really good.
We took the subway for the first time and got off at Times Square, the ideal place to see after dark. It might just be the brightest place in the world, with a billion screens of all kinds.
Not too far from there, we walked to St. Patrick’s Cathedral, which was unfortunately closed and we might see during the daylight. It’s the church where F. Scott Fitzgerald and Zelda Sayre got married and on my list of literary places to visit. Staying in the literary theme a bit longer, on the way to Grand Central, we coincidentally waited at a traffic light in front of the old Scribner’s Sons, the publisher of many literary masterpieces, including the works of Fitzgerald and Hemingway. It’s always amazing to feel a bit closer to your literary heroes.
Grand Central Station was empty and, probably because of that, a bit underwhealming. Still, the ceiling was beautiful, with the depiction of the different constellations. It might be a plus, considering other buildings of the kind, but Grand Central Station definitely looked Grand and Central, but not much of a Station. The tracks are separated so well from the halls that there’s no train in sight.
We’re not yet sure where we’re going next. We might just start walking and see where we end up. The best way to explore is, after all, without the use of a map.
Il molo vicino al nostro hotel offre una vista straordinaria del ponte di Brooklyn con la sua insegna rossa che dà il benvenuto ai nuovi arrivati. L'area è piena di persone in attesa di prendere il traghetto per Ellis Island e vedere la Statua della Libertà, di cui sono riuscita a rubare una foto attraverso una recinzione da molto molto lontano. Con queste temperature, fare la coda per qualsiasi cosa è una tortura a cui preferisco non partecipare.
Niente di ciò che abbiamo visto finora mi ha lasciato senza fiato come il 9/11 Memorial. Dove un tempo sorgevano le Torri Gemelle ora ci sono due grandi vasche quadrate con l'acqua che cade attraverso un'apertura al centro. Un design così pieno di significato ma difficile da esprimere. Intorno ai bordi, i nomi di circa 3000 vittime sono scolpiti nel metallo per essere ricordati nel tempo. Attraverso le lettere cave, alcuni nomi hanno delle rose o delle bandiere americane incastrare, a dimostrare che il monumento svolge anche il ruolo di cimitero per le persone che vogliono ricordare i propri cari.
Continuando a camminare verso nord, siamo arrivati a Chinatown. Al mio occhio inesperto, la zona sembrava ancora piuttosto autentica, con i numerosi ristoranti e negozi cinesi che riempivano i lati di ogni strada.
Il mio occhio esperto è rimasto invece deluso da Little Italy. Non c'è nulla di autentico da vedere. Un milione di negozi di souvernir con le stesse cavolate di tutti gli altri negozi di souvenir della città, ristoranti italiani gestiti da persone che parlano solo spagnolo e che non conoscono veramente la cucina italiana oltre alle 10 cose sui loro menu, e troppi riferimenti sia alla mafia che a Il Padrino. C'era un unico negozio che sembrava un piccolo pezzo d'Italia, con un milione di utensili da cucina polverosi, moke e piccole statuette della Madonna in mostra in un negozio troppo affollato di prodotti, "E.Rossi & Company".
Passiamo ora alle librerie. Ne abbiamo viste solo due: Housing Works Bookstore e la famosa Strand. Housing Works è una libreria di volontari con una caffetteria e un'area abbigliamento all'ultimo piano. Tutti i libri sono di seconda mano e donati dalle persone. Ho curiosato un po' in giro, ma nulla ha attirato la mia attenzione, principalmente perché è sempre un po’ pesante cercare tra libri usati che non sono disposti sugli scaffali secondo un ordine specifico. Strand Books, invece, è la più antica libreria di New York ed è così grande che si può trovare quasi tutto. Me ne sono andata con due libri (anche se ne avrei voluti comprare almeno 100).
A un certo punto, con un caldo di 30 gradi, ha iniziato a piovere. Ci siamo completamente inzuppati. Alla prima occasione, siamo tornati all'hotel per asciugarci e riposare. Quando siamo ripartiti, il sole se n’era andato e la città si è trasformata nella bellissima New York che tutti conosciamo, piena di un milione di luci. La vista di Brooklyn dal molo, l'insegna di Little Italy e le lanterne di Chinatown si sono animate dopo il tramonto.
Ora di cena: dopo il pranzo troppo caro a Little Italy, abbiamo deciso di provare una delle famose catene americane che si sentono in tv: Taco Bell (mi scuso con tutte le persone originarie del Messico che potrebbero leggermi, sono sicura che il loro cibo messicano è autentico come la pizza di Dominos). Ci è piaciuto molto, considerando che si tratta comunque di un fast food. Potremmo tornarci prima o poi per provare qualcos’altro. Ci siamo anche fermati da Dunkin' Donuts per il dessert. Anche questo molto buono.
Abbiamo preso la metropolitana per la prima volta e siamo scesi a Times Square, il luogo ideale da vedere dopo il tramonto. Probabilmente il luogo più luminoso del mondo, con un milione di schermi di tutti i tipi.
Non molto lontano da lì, abbiamo camminato fino alla St. Patrick’s Cathedral, che purtroppo era chiusa e che andremo a vedere durante il giorno. È la chiesa in cui si sono sposati F. Scott Fitzgerald e Zelda Sayre e fa parte della mia lista di luoghi letterari da visitare. Rimanendo in tema letterario ancora per un po', sulla strada per la Grand Central, abbiamo casualmente aspettato a un semaforo davanti alla vecchia Scribner's Sons, la casa editrice di molti capolavori letterari, tra cui proprio le opere di Fitzgerald e Hemingway. È sempre sorprendente sentirsi un po' più vicini ai propri eroi letterari.
La Grand Central Station era vuota e, probabilmente per questo, un po' deludente. Tuttavia, il soffitto era bellissimo, con la rappresentazione delle diverse costellazioni. Potrebbe essere un vantaggio, considerando altri edifici del genere, ma la Grand Central Station sembrava sicuramente grande e centrale, ma non una vera e propria stazione. I binari sono separati così bene dai corridoi che non c'è nessun treno in vista.
Non sappiamo ancora dove andremo oggi. Probabilmente inizieremo a camminare e vedremo dove finiamo. Dopo tutto, il modo migliore di esplorare è senza una mappa tra le mani.